Inclusività: come rendere design e linguaggio inclusivi nel marketing

Comunicare l’inclusività nei propri contenuto è un approccio ormai richiesto ed apprezzato dal mercato. Questo può essere evidenziato sia nel linguaggio utilizzato, sia nel design scelto per le proprie comunicazioni.

Essere inclusivi, nel digitale, tuttavia apre a dei paradossi strategici. Infatti, alla base di una qualsiasi strategia di comunicazione, c’è la costruzione delle Buyer Personas, una modello che è esattamente l’opposto dell’inclusività. L’utente medio, infatti, non è rappresentativo delle possibili necessità della massa, variegata e distinta per problematiche e difficoltà peculiare. Tutto ciò porta ad un mercato dove le aziende producono e comunicano unicamente verso una cerchia ristretta di utenti con caratteristiche che non sono uguali per tutti. Lo vediamo nel fashion, ma anche del settore delle informazioni o sulle piattaforme stessa dove comunichiamo.

Ecco perché è importante proporre alternative che possano avvicinare diverse tipologie di utenti al nostro prodotto o servizio, senza farli sentire in qualche modo esclusi. Oggi in particolare, approfondiamo tecniche e strumenti per un design inclusivo ed un linguaggio inclusivo.

L’inclusività nel design come mezzo di comunicazione

Il design aiuta nella comunicazione e rende un contenuto molto più accattivante, concreto e differente dagli altri. Spesso è un elemento che viene sottovalutato, ma inserire elementi grafici che possano rendere l’esperienza più semplice e memorabile è una delle chiavi di successo della comunicazione.

Per rendere tutto ciò ancora più concreto, è necessario che il design sia inclusivo e accessibile. Ma cosa significano questi termini?

  • L’inclusività può essere rappresentata anche graficamente grazie all’utilizzo di diverse immagini, contenti soggetti differenti l’uno dall’altro e che possano mostrare la realtà sotto più punti di vista.
  • L’accessibilità, invece, è necessaria per permettere a chiunque la possibilità di accedere al contenuto: possono essere introdotto molti metodi per poter aiutare persone con disabilità, come ad esempio, video nella lingua dei segni, oppure l’inserimento di sottotitoli nei contenuti.

L’inclusività riguarda non solo le caratteristiche fisiche e psicologiche di una persona, ma molti altri aspetti. Ad esempio, se decidessimo di aprire un e-commerce scegliendo di permettere solamente il pagamento con carta di credito, questo escluderebbe chi non possiede questa tipologia di metodo di pagamento, escludendo dunque una grande fetta di audience che possiede altre tipologie di carte, ma che desidera acquistare un prodotto o servizio. Anche in questo caso la comunicazione e la metodologia adottata non risulta inclusiva, in quanto si crea una disparità nell’audience.

Fornire un design inclusivo permette anche di rendere utile il materiale per un numero molto più ampio di persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche. Essere più sensibili a questo tema aiuterà l’azienda a combattere stereotipi e barriere che possono crearsi nella comunicazione.

Come utilizzare un linguaggio più inclusivo

Utilizzare un linguaggio inclusivo permette a chiunque di non sentirsi escluso dalle comunicazioni. Per fare ciò, molte aziende hanno deciso di usare diversi metodi di approccio, dall’eliminazione del genere e all’introduzione di un soprannome per la community, all’utilizzo degli asterischi o della schwa (ə), che permettono all’azienda di riferirsi alle persone senza nessuna discriminazione di genere.

L'inclusività inizia dal linguaggio: come utilizzare un linguaggio inclusivo nelle proprie comunicazioni di marketing e nel design. Articolo smarTalks

Il linguaggio inclusivo aiuta la comunicazione consentendo di evitare i classici stereotipi per genere, orientamento sessuale, etnia o qualsiasi altra caratteristica personale. Per questo motivo è molto importante fare particolare attenzione.

Inditex: un’azienda più inclusiva

Oltre al linguaggio e al design, anche molte iniziative aziendali, mission e progetti possono comunicare l’inclusività.

Inditex, gruppo che contiene brand come Zara, Pull&Bear e Stradivarius, si impegna a diventare un’azienda più inclusiva raddoppiando il numero di dipendenti con disabilità. L’azienda spagnola, infatti, ha aderito a un programma chiamato Ilo Global Business and Disability Network, rete creata per promuovere l’inclusione e la disabilità sui posti di lavoro.

Questo programma avvicina ancora di più la volontà dell’azienda ad avvicinarsi al mondo della disabilità e soprattutto a trarre valore dalle persone, senza nessun tipo di pregiudizio, assumendo dipendenti, garantendo le pari opportunità e rendendo i luoghi di lavoro accessibili.

Esempi di inclusività: campagna pullman & bear sul linguaggio inclusivo - smarTalks
Fonte: profilo IG @putosmodernos

Un recente esempio di questa filosofia aziendale è proprio Pull&Bear, che in collaborazione con PutosModernos, ha creato una campagna inclusiva internazionale in occasione di San Valentino, celebrando le diverse forme dell’amore con uno slogan ben preciso “Ci sono molti modi di amare. Qualsiasi sia il tuo, Buon San Valentino”.

Il brand ha cambiato il suo nome e il suo logo per poter enfatizzare il messaggio inclusivo, giocando con le parole che compongono il suo nome e simboleggiando la diversità.

Dunque, quando siamo di fronte alla stesura di un contenuto è utile pensare al linguaggio e al design in modo inclusivo, ponendoci alcune domande, come ad esempio comprendere il vero significato delle parole, se possono essere fraintese o se qualcuno possa in qualche modo non sentirsi parte della community.

Il linguaggio, così come il design, è talmente articolato che può abbracciare uno spettro ampio di persone, senza darsi mai limiti. Abbiamo tutti gli strumenti per attuare un cambiamento che tenga conto delle diversità ed unicità della società: sta a noi agire per l’inclusività.

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