Meme e brand: il marketing dell’umorismo

Se dovessimo pensare a un termine che racconti perfettamente la generazione dei Millennial e riassuma l’esplosione di Internet, potremmo senz’altro scegliere la parola meme.

Da semplici immagini irriverenti, i meme sono in breve tempo diventati un vero e proprio fenomeno di costume.

Nel corso degli ultimi decenni, la velocità e la viralità del web hanno dato vita a un vero e proprio fenomeno culturale, declinato con diverse accezioni a seconda dei trend e delle piattaforme del momento.

I meme, appunto, con immagini ben scelte e didascalie laconiche hanno saputo raccontare i cambiamenti della nostra cultura e della nostra società.
Hanno superando i confini geografici e linguistici, unendo uomini e donne di tutte le età nell’umorismo, spesso insensato, tipico del web.

Consci della viralità e della loro potenzialità, anche moltissimi brand hanno scelto di utilizzare questa modalità per le loro campagne di marketing, con lo scopo di raggiungere direttamente gli utenti più giovani e guadagnare nuovi clienti grazie al potere della condivisione. 

Ma, prima di parlare di tutto questo, siamo sicuri di avere ben chiaro cosa sia un meme?

Meme: definizione e significati

Nel corso del tempo, grazie soprattutto all’avvento di internet, il significato del termine si è gradualmente modificato. 

Se inizialmente si parlava di meme per riferirsi a idee, concetti, stili o abitudini di rapidissima diffusione in una cultura o comunità, nel web del terzo millennio ci si riferisce soprattutto a quelle immagini satiriche, ironiche o sarcastiche che, accompagnate da uno specifico testo, raccontano una determinata situazione. Insomma, qualcosa come questo:

Meme che parla di meme_smarTalks
Fonte: Inside Marketing

Essendo brevi e concisi, i meme possono facilmente essere condivisi e reinterpretati da diverse persone, diventando virali anche in pochi giorni e trasformandosi, in alcuni casi, in veri e propri fenomeni di costume

La comprensione di un meme testuale è ovviamente limitata a uno specifico pubblico. Tuttavia, i personaggi utilizzati come “base” per questi montaggi hanno spesso raggiunto fama mondiale. Questo perché tutti gli utenti possono ricreare e adattare in breve tempo i meme più divertenti già popolari in altre lingue.

Fonte: Makeameme.org

Con l’avvento dei social network, sono diventati la forma di comunicazione su Internet più utilizzata, influenzando in modo significativo la cultura digitale. In alcune circostanze i meme vengono anche impiegati come critica sociale o politica, permettendo agli utenti di esprimere le proprie opinioni o di ridicolizzare determinati eventi o personaggi pubblici.

La storia dei meme moderni

Potrebbe sorprenderti scoprire che, in realtà, i meme hanno ormai quasi 50 anni!

Fu lo scienziato inglese Richard Dawkins a parlarne per la prima volta nel 1976 nel suo libro “Il gene egoista”, illustrando il fenomeno dal punto di vista culturale e sociologico.

Qualche anno dopo, agli albori di internet, i primi video cominciarono a diffondersi su larga scala. In tal senso, il primo vero “antenato dei meme moderni” può essere considerato “Dancing Baby” (Baby Cha-Cha-Cha), un’animazione 3D di un bebè che balla.

Flash-forward agli anni 2010: grazie alla popolarità di piattaforme come 9GAG, Reddit e 4chan, meme come “Pepe the Frog”, “Harlem Shake”, “Grumpy Cat” e “Success Kid” divennero fenomeni virali in tutto il mondo, consolidando ulteriormente l’imponenza del fenomeno.

Nel 2023, naturalmente, i meme sono radicalmente cambiati: tra trend di TikTok e trending topic su Twitter, qualcuno ipotizza l’avvento di un’epoca post-meme.

Tutti gli utenti di internet ricordano con affetto i “meme storici”, e sono pronti a premiare e ricondividere quei brand che si dimostrano autoironici al punto tale da fare dei meme il loro cavallo di battaglia.

Il meme marketing: alcuni esempi

Nel corso degli anni, il cosiddetto “meme marketing” ha saputo rivelarsi una strategia economica ed efficace per generare earned media attention e aumentare la brand awareness

Se non hai ben chiaro cosa intendiamo per meme marketing, guarda questo esempio:

Fonte: Shopify

L’importante piattaforma eCommerce Shopify utilizza molto spesso meme ed elementi virali per pubblicizzare i propri prodotti e servizi.
In questi casi, l’elemento più importante e necessario è semplicemente un po’ di fantasia.
Realizzare un nuovo meme non richiede particolare competenze grafiche o scrittorie. Per creare un’immagine che intrattenga e diverta il pubblico sarà senz’altro necessario riuscire a catturare la loro attenzione in modo divertente.

meme della pagina biscotti_otto-smarTalks
Fonte: bisc_otto

Un altro brand che utilizza spesso l’umorismo, anche sotto forma di meme, è senz’altro bisc_otto. Si tratta di un negozio di prodotti tipici lucani che, grazie a strategie di marketing ben elaborate e a qualche divertente meme, nel corso del tempo è riuscito a conquistare un’importante fetta di pubblico.

E che dire di Durex? Il noto marchio di contraccettivi si contraddistingue per una presenza social estremamente forte, grazie a un team sempre pronto a reagire e ironizzare sugli eventi dell’attualità e rielaborarli in “chiave Durex.

Meme di Durex sul buco nero_smarTalks
Fonte: Durex

L’esempio in alto risale al 2019, quando fu scattata per la prima volta una foto di un buco nero. L’azienda, giocando su un eventuale doppio senso sessuale, riuscì a generare moltissima attenzione da parte del pubblico e ad aumentare ulteriormente il numero di affezionati al brand.

Un case study: Taffo

Parlando di meme marketing, una menzione d’onore non può che andare all’azienda Taffo.
L‘agenzia di pompe funebri più famosa del web nel corso degli anni ha saputo creare una propria brand identity unica e personalizzata basata su umorismo, prontezza di reazione e – incredibile ma vero – meme.

Meme di Taffo_smarTalks
Fonte: Taffo

Talvolta tacciati di inappropriatezza, i social media manager e i marketer di Taffo si sono dimostrati in grado di reagire a qualsiasi tipo di evento o circostanza, rivelandosi spesso abili ad affrontare, con l’umorismo che li contraddistingue, anche i casi più controversi per la società italiana. Un esempio?

Meme Taffo sul green pass_smarTalks
Fonte: Taffo

Questo meme, pubblicato in occasione del decreto legge che rendeva obbligatorio il Green Pass per tutti gli italiani, è il perfetto esempio di newsjacking misto a meme marketing. Taffo ha sfruttato una notizia di estrema rilevanza per creare contenuti attinenti alla propria immagine e ai propri servizi così da aumentare la brand awareness.

Nel corso del tempo, Taffo non ha avuto paura di esporsi anche su temi estremamente delicati, quali la violenza sulle donne e il femminicidio:

Fonte: Taffo

Insomma: Taffo non ha problemi nel prendere posizione su tematiche controverse. Nonostante le (spesso feroci) critiche e le accuse di indelicatezza, la strategia social dell’azienda funebre è diventata nel corso del tempo un vero e proprio esempio da manuale di “marketing ben riuscito”, venendo spesso menzionata da docenti e professionisti e facendo guadagnare all’azienda il titolo indiscusso di “re italiano del meme marketing”.

Conclusioni

Come abbiamo visto, nel corso del tempo i meme hanno subito diverse trasformazioni: da semplici video condivisi negli anni ‘90 a immagini e personaggi diventati vere e proprie celebrità.
Il potenziale di questa forma di comunicazione rimane ancora oggi immenso. Naturalmente, sta alle aziende riuscire a trarre il meglio da questa strategia di marketing per presentarsi al meglio, guadagnare nuova earned media attention e ampliare in questo modo il numero di utenti e seguaci.

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