Fino a non molto tempo fa, scrivere un libro era un’attività per pochi. Si dovevano avere competenze ben precise, con un background di studi che permettesse di trasformare un’idea, o una storia, in qualcosa di facilmente comunicabile e vendibile.
Con lo sviluppo dei social, il concetto di storia ha cambiato forma, passando da parole scritte nero su bianco a frasi e foto online (per poi tornare negli ultimi anni alla carta stampata). I romanzi da leggere la sera prima di andare a dormire, o per rilassarsi durante la giornata, hanno preso la forma di uno smartphone parlante.
Nel mondo dell’editoria sembra che ognuno abbia spazio, specialmente se con migliaia di followers ed un riscontro mediatico senza precedenti. È tutta una strategia di marketing? Assolutamente sì!


Uno dei primi libri ad essere stato pubblicato seguendo questa nuova idea di scrittura è “Le corna stanno bene su tutto, ma io stavo meglio senza!” di Giulia De Lellis.
Ci si domanda cosa abbiano da raccontare le star del web di così rilevante da scrivere addirittura un libro, come in questo caso. A molti è capitato di essere stati traditi, o di tradire, in amore o in amicizia, ma nessuno decide di scrivere un libro a riguardo… o quasi. Quindi cos’hanno di diverso da chiunque altro decida di raccontare la propria vita? L’immagine, la popolarità, la capacità di influenzare unito al desiderio di imitazione delle persone.
Instagram stories con una copertina accattivante
Spesso sono proprio le case editrici a contattarli per proporre la stesura di un libro, affidando la stesura a dei ghostwriters, eppure la cosa sembra non interessare ai fan lettori. La particolarità di questi racconti è la somiglianza alle Instagram stories che quotidianamente guardiamo. Ci si appassiona alla vita di altri, si vogliono sempre più informazioni, il rapporto passa da sconosciuti ad amici fedeli con cui confidarsi quotidianamente.
Si cerca allora di accontentare i follower con una Instagram story lunga circa 200 pagine, abbellita da una copertina accattivante, magari con la promessa di raccontare qualcosa di inedito e ancora più privato.


Altro esempio lampante è “Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri”, libro di Tommaso Zorzi. La copertina raffigura una banana d’oro su sfondo bianco: semplice ma d’impatto. Apparentemente può sembrare una lettura leggera, nonostante l’obiettivo spesso non sia solo divertire, ma anche sensibilizzare.
Per far arrivare nelle case delle persone determinati concetti sempre più attuali non basta fare buona informazione, serve creare una storia.
Lo storytelling, infatti, permette di catturare l’attenzione dello “spettatore”. Tutti abbiamo la tendenza innata ad ascoltare storie e rimanerne affascinati: fin dall’infanzia, si riesce a creare empatia tra narratore e ascoltatore tramite un racconto. Ma la vera capacità di questi personaggi è la propensione a mantenere sempre alta l’attenzione tramite un ritmo incalzante e coinvolgente. In questo caso la tematica più profonda dietro al racconto di Zorzi è l’omosessualità e tutte le problematiche che, tutt’ora, sono collegate a essa.
Gli influencer sono brand
Gli influencer diventano quindi veri e propri brand. E come ogni brand che si rispetti, sono accompagnati da valori, mission e vision, che ormai si possono definire purpose personale. In quanto tali hanno un’immagine e una reputazione, che follower dopo follower li rende sempre più potenti a livello mediatico. Smuovono le masse, anche nell’acquisto di qualcosa che ormai può sembrare obsoleto: un libro. Grazie alla loro influenza sensibilizzano i lettori su tematiche importanti e, anche per merito loro, sempre più sdoganate a livello sociale.


Guru dei social è anche Cristina Fogazzi, meglio conosciuta come Estetista Cinica. Estetista, imprenditrice, influencer e scrittrice di “Guida pratica alla cellulite”, tramite il suo successo su Instagram ha stravolto il mondo della convenzionale bellezza delle donne. Produce creme che assumono il significato di accettazione personale, miglioramento senza stravolgimento, desiderio di rinascita ed empowerment femminile.
Tramite la sua quotidianità, trasmette valori che riescono a rendere un libro, almeno in apparenza, sulla cellulite estremamente interessante, socialmente utile e, soprattutto, vendibile!
Che si tratti di disturbi dell’alimentazione, orientamento sessuale, body positivity, eguaglianza, pari opportunità, diventa facile oggi trovare l’influencer e la storia adatti a tutte le tipologie di follower.